... affilatissimi aculei trafiggevano il corpo dello sventurato

Vergine di Norimberga


L'idea di meccanizzare la tortura è nata in Germania; è lì che ha avuto origine "la Vergine di Norimberga".

Fu così battezzata perché, vista dall'esterno, le sue sembianze erano quelle di una ragazza bavarese, e inoltre perché il suo prototipo venne costruito ed impiantato nei sotterranei del tribunale segreto di quella città. Era una specie di contenitore di metallo con porte pieghevoli; il condannato veniva rinchiuso all'interno, dove affilatissimi aculei trafiggevano il corpo dello sventurato in tutta la sua lunghezza. La disposizione di questi ultimi era così ben congegnata che, pur penetrando in varie parti del corpo, non trafiggevano organi vitali, quindi la vittima era destinata ad una lunga ed atroce agonia.

La prima testimonianza di una esecuzione avvenuta con la “Vergine” risale al 1515 ed è riportata da Gustav Freytag: nel suo “Bilder aus der deutschen vergangenheit” racconta della pena inflitta ad un falsario che rimase all’interno del sarcofago per tre giorni fra spasimi atroci.

Altri strumenti di Tortura presenti all'esposizione